La Storia

La Villa
Corte La Montara sorse nel Cinquecento come un massiccio edificio, di forme semplici, con due torri “colombare” a scopo difensivo alle estremità del prospetto anteriore. Una casetta in muratura appoggiata sul fianco occidentale della casa padronale e due case con il tetto di paglia per la custodia degli attrezzi e per i lavoranti, erano poste a completamento dell’insediamento.
La prima raffigurazione di Corte la Montara, risale ad un disegno del Glisenti del 1587, commissionato dai primi proprietari, Lorenzo e Carlo Sartori.

Nel secolo successivo la Montara passò alla famiglia Carli e in una mappa del 1620 è possibile apprezzare la netta trasformazione dell’ edificio: le colombare, da due divennero una e fecero la loro comparsa le prime Barchesse.

Tra la fine del  Seicento e primi del Settecento, la casa padronale ebbe un radicale cambio di forme e di destinazione d’uso; la moda del tempo dettava infatti di trasformare le case di campagna da edifici produttivi legati alle attività agricole in ville sontuose, su modello dei palazzi della città .

Non fece eccezione La Montara, che venne trasfomata in un elegante edificio con corpo centrale decorato a bugnato nella parte inferiore e a lesene nella parte superiore, portale ad arco con stipiti in tufo e timpano abbellito da cinque statue attribuite allo scultore Lorenzo Muttoni, raffiguranti Bacco e quattro divinità femminili.
Gli affreschi dei saloni interni della Villa sono attribuibili almeno in parte al pittore Marco Marcola: egli infatti era già stato al servizio della famiglia Carli per gli affreschi di Palazzo Carli a Verona, e di frequente operava insieme allo scultore Muttoni in varie Ville del veronese.

Nel salone centrale sono custodite due statue raffiguranti Apollo e Clizia, attribuite anch’esse a Lorenzo Muttoni.

Durante il recente restauro degli affreschi settecenteschi, in una piccola area che risultava danneggiata, è stato possibile riportare alla luce un tratto del precedente ciclo di affreschi, di pregevole fattura, che risulta stilisticamente inquadrabile nella seconda metà del Cinquecento, a testimonianza quindi della fase più antica di vita dell’edificio.
La Villa, che in passato era appartenuta ai Sartori e per lungo tempo alla famiglia dello storico Alessandro Carli, ebbe vari passaggi di proprietà, ai Cagnoli, ai Consolo e ai Pompei.

Negli anni ’30 del Novecento la tenuta della Montara, nella quale la Villa si trovava già in pessime condizioni, entrò in possesso della famiglia Tosadori, nella persona di Nicola Arturo Tosadori, il quale la lasciò alla sua morte alle figlie Adelina e Angiolina Tosadori. Alla morte della Signora Adelina lasciò la proprietà della Villa ai figli Paolo ed Ettore.

La Chiesetta
All’interno del complesso della Montara si distingue la cappella dedicata a San Carlo Borromeo, edificata su richiesta di Alessandro Carli e già attiva nel 1679, come è testimoniato dalla visita del vescovo Sebastiano Pisani II.
L’edificio è a pianta rettangolare, con piccola torre campanaria sul retro; all’interno si distingue per la notevole bellezza l’altare settecentesco, riccamente lavorato con marmi policromi.
Di pregio risulta inoltre la pala d’altare, che raffigura la Madonna tra le nuvole con il Bambino che volge lo sguardo a San Giuseppe, più in basso vi sono San Carlo con le braccia allargate in segno di devozione e San Rocco che mostra la ferita alla gamba (inserire foto della pala d’altare)
L’opera risulta attribuibile ad Agostino Ugolini e venne realizzata negli ultimi anni del Settecento.
 L’attribuzione, fondata sulla resa delle figure tipica del pittore e sulla qualità di alcuni particolari come il pizzo bianco della cotta e la croce di San Carlo, è avvalorata anche dal rapporto che esisteva tra l'Ugolini e il conte Alessandro Carli, che l'artista ritrasse nel 1796.

Il giardino
Il progetto di restauro della Villa ha previsto anche l’attenzione rispetto agli spazi verdi: è stata ricreato il giardino con i roseti e le siepi di bosso a fare da cornice al prato, l’area alberata e il brolo con gli alberi da frutto. Per completare l’effetto scenografico è stato di recente recuperato un grazioso gazebo in ferro battuto ed è stata aggiunta la fontana.

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